Risonanze barbare: Madri che uccidono in From Medea
Giusy Di Filippo, University of New Hampshire
Il testo teatrale From Medea – Maternity Blues di Grazia Verasani mette in scena la maternità che uccide, ma suggerisce anche un possibile viatico di salvezza che fa perno sulla rinegoziazione dei diversi significati di maternità e di solidarietà tra donne. Come suggerisce il titolo, le quattro protagoniste sono madri infanticide o figlicide, malate (affette, almeno in due casi, da maternity blues, o sindrome post partum) o forse persino folli. La pièce evoca il mito di Medea, ma sembra in apparenza discostarsi da quella tendenza novecentesca, indicata da Fusillo, che ha visto il proliferare di testi che si richiamano variamente al mito di Medea e si incentrano sul nucleo tematico della barbarie, per l’evidente contemporaneità delle questioni legate all’alterità geografica e culturale. Se in From Medea la barbarie non viene attualizzata né viene proposta alla stregua di schema antropologico di ampio respiro come indicato dai due modelli proposti da Fusillo, qui si vuole dimostrare che anche in quest’opera la barbarie (il cui etimo greco indica nella balbuzie il marchio dell’alterità linguistica e culturale) costituisce il nucleo tematico in quanto rappresenta la forma e la sostanza di una sorta di “meccanismo inceppato” che pervade le protagoniste. Con riferimento alla definizione delle memorie traumatiche di Suzette Henke, si intende esplorare come tale meccanismo non coinvolga soltanto il parlare franto e interrotto, ma si riveli anche nei comportamenti delle protagoniste, come conseguenza sia del conflitto tra il modello proposto dalla società patriarcale e il senso di maternità da loro variamente declinata, sia come conseguenza della memoria del trauma dell’omicidio. Inoltre, con riferimento alle teorizzazioni di Cavarero sulla maternità, si vuole esplorare quale viatico per la salvezza l’autrice individui per le donne-lettrici-spettatrici, e quale modello venga proposto per poter affrancare la maternità dal pesante fardello delle costruzioni dell’ordine simbolico maschile che si è appropriato della capacità generativa femminile per ingabbiarla in un sistema di oppressione.
Parole Chiave: Medea, barbarie, Grazia Verasani, sindrome post partum, maternity blues